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Regione Piemonte

Scheda territoriale

Territorio del Comune di Sant'Albano Stura


fonte: Schede storico-territoriali dei comuni del Piemonte Comune di Sant’Albano Stura Sandro Lombardini 1996

Sezioni

A nord Fossano, a est Trinità, a sud Morozzo, a sud-ovest Montanera, a ovest Centallo.

Ceriolo; Santi Bartolomeo e Dalmazzo. I dati ISTAT illustrano la situazione attuale, per la quale un terzo della popolazione del comune risulta abitante in «case sparse» e circa due terzi nel concentrico. Le case sparse sono le cascine sorte nel corso dei secoli sul territorio in conseguenza di particolari processi di appoderamento che hanno impresso una traccia duratura al paesaggio agrario e alle strutture di insediamento.

Sant’Albano («Sanctus Albanus»: Morra 1987, pp. 1-10, con riferimenti alle ipotesi filologiche del sec. XIX; AC Sant’Albano, Cat. III, per attestazioni tre- quattrocentesche). Sant’Albano Stura dal 1862 (Ministero 1889, p. 45).

Asti; Mondovì dalla fondazione della nuova circoscrizione diocesana (Casalis 1851; Grassi di Santa Cristina 1789).

Secondo il Registrum Ecclesiarum dioecesis Astensis del 1345, la «prepositura Sancti Albani»,  non  dipendente  da  circoscrizioni  ecclesiastiche  intermedie,  era  tributaria  per un «registro» del valore di 60 lire astesi. Un registro separato del valore di 3 lire era attribuito, nello stesso contesto, alla Prebenda Canonici del luogo (Bosio 1894, p. 527; Conterno 1989).

La parrocchia della Madre del Salvatore ubicata in regione Pasquero è sostituita dalla parrocchia della Madonna Assunta, situata nel  concentrico,  a partire dal 1633. Un oratorio dei Disciplinanti è costruito nel 1530. Da un punto di vista sia religioso sia di organizzazione del territorio, lo scorporo della parrocchia di Trinità da quella di Sant’Albano nel 1528 ebbe l’effetto non solo di definire in modo permanente i confini, sia religiosi sia laici, di Sant’Albano stessa verso Trinità, ma anche di demarcare da un punto di vista giurisdizionale l’area «fuori recinto» di Sant’Albano. Infatti fu l’area fuori del «recinto» o concentrico quella assegnata per la collettazione della decima all’allora parrocchia di Sant’Albano sotto il titolo della Madre del Salvatore, ubicata in regione Pasquero (a sud del concentrico). Questa chiesa, consacrata nel 1545, fu chiusa al culto quasi due secoli più tardi, dopo la costruzione entro il concentrico della nuova parrocchia della Madonna Assunta, costruzione stabilita nel 1633, iniziata nel 1698 e terminata nel 1760.
Mentre il trasferimento della parrocchia entro il «recinto» accentuò simbolicamente, almeno da un punto di vista religioso, la preminenza di questo insediamento sull’area agricola al di fuori del «recinto», da un punto di vista di giurisdizione parrocchiale permase la separazione dei due cespiti di decimazione. I diritti di decimazione fuori del «recinto», legati alla giurisdizione della vecchia parrocchia, furono trasformati da una rendita variabile in natura in una rendita fissa in denaro grazie a due accordi con la comunità di Sant’Albano nel 1730 e 1738, e ancora nel 1869 furono oggetto di un accordo separato di delimitazione dei diritti della (ormai plurisecolare) parrocchia di Trinità. Viceversa, i diritti separati di decimazione dipendenti dalla nuova parrocchia di Sant’Albano vennero riscattati dietro versamento di una somma in denaro solo nel 1798 e ancora tenacemente difesi dal parroco dopo la Restaurazione del secolo XIX.
Su un altro piano è suggestiva la sorte dell’associazione laicale nota come confraria dello Spirito Santo, un sodalizio di natura cerimoniale gestito tipicamente e per tradizione, qui come in molte località del Piemonte, dalle maggiori famiglie indipendenti non appartenenti al ceto dei grandi proprietari fondiari. Già a fine secolo XVI sono non più di tre le famiglie di antica tradizione locale che reggono le sorti della confraria di Sant’Albano; successivamente, e a differenza di quanto avvenne in altre località (in particolare dell’area monregalese), la confraria dello Spirito Santo si spense definitivamente e senza un sussulto nelle riforme dell’assistenza ai poveri promosse dal governo centrale nel primo Settecento per far fronte al problema crescente del pauperismo rurale (AP Sant’Albano; AST, Corte, Materie ecclesiastiche, Regolari di qua da’ Monti, m. 6: Donazione di Bonifacio Vescovo d’Asti alla chiesa di S.ta Maria di Casotto d’un prato nelle fini di St’Albano, e di tanto del di lui Bosco, che quelli di Casotto possino fare trenta seccature di prato con più del Pascolo per le pecore, e Bestie, in tutto il suo Vescovado. 5. Kal. 9mbre [1205]; AST, Corte, Paesi, Paesi per A e B, S, m. 17: Relazione al Re sulle difficoltà sollevate dalla com.tà di St’Albano per l’apposizione d’un busto di marmo del conte Begiamo di Sant’Albano nella chiesa parrocchiale da parte d’un nipote del detto conte [1747]; Comino 2003; Grassi di Santa Cristina 1789; Morra 1987).

E' possibile ipotizzare, su un arco di tempo lungo, l’esistenza di un duplice processo di organizzazione territoriale e insediativa del comune di Sant’Albano Stura: da un lato, una crescente polarizzazione, per così dire, tra gli insediamenti centrali componenti il «recinto» o concentrico e la campagna con il suo insediamento sparso di cascinali; ma d’altro lato – e parallelamente – una potente e crescente subordinazione di queste ultime al concentrico stesso. Il consolidamento di questo assetto ha sortito probabilmente l’effetto di disinnescare, all’occasione, potenziali spinte centrifughe, spinte, cioè, verso la segmentazione del territorio comunale che sarebbero state altrimenti indotte dalle pressioni della fiscalità statale (Comba 1983; Comino 2003; Informazioni 1839, p. 27; Istituto Centrale 1956; Ministero 1883 e successivi; Presidenza 1927 e successivi).

La signoria spirituale e temporale esercitata nel tardo medioevo dai vescovi di Asti lasciò conseguenze durature per il passaggio di Sant’Albano sotto il potere dei Savoia nel 1402. Come sotto i vescovi, così sotto i Savoia Sant’Albano  ebbe proprie istituzioni amministrative. La clausola di divieto ai Savoia di nominare ufficiali preposti all’amministrazione locale costituì un precedente significativo per i modi di incorporazione definitiva della comunità entro l’embrionale Stato sabaudo, avvenuta formalmente nel 1409. A partire dal 1412, infatti, Sant’Albano fu infeudata con amplissimi poteri, a una famiglia di cavalieri di Savigliano, i Beggiamo. Le differenze tra il «recinto» e le cascine riguardavano l’organizzazione della vita comunale per ciò che concerneva le  principali prerogative signorili dei grandi proprietari, vale a dire i diritti di macinazione del grano, i diritti di gestire e possedere forni per la cottura del pane, i diritti di caccia e di pesca, i diritti di pedaggio per le merci importate, esportate e transitanti per la comunità, tutti quanti sperequati a vantaggio del «recinto» e dei suoi abitanti. Riguardavano altresì la composizione sociale dei due tipi di insediamento. Infatti il recinto, oltre che nuova sede del clero parrocchiale, era anche la sede delle dimore dei maggiori proprietari terrieri, dei loro funzionari e del piccolo notabilato residente nella comunità (medico, notaio, due farmacisti ecc.), nonché – verosimilmente in misura crescente tra il secolo XVIII e il XIX – di una popolazione di coltivatori senza terra che eccedeva al fabbisogno permanente di manodopera delle famiglie di «massari» residenti nelle cascine (AST, Corte, Materie economiche, Materie economiche per categorie, Strade e ponti, m. 6: Suppliche, con scritture state rispettivamente presentate dalli Consignori, e dalla Comunità di Sant’Albano, ad effetto venga denegato  alla Città di Fossano il riaprimento, e riadatazione dell’antica Strada, che dalla Città sudetta, passando per il Luogo della Trinità, tende a quella di Mondovì [1759-60]; AST, Corte, Paesi, Paesi per A e B, S, m. 17: Memoria della com.tà di St’Albano per essere alleggerita dei carichi di guerra [1552]; Costituzione di censo annuo perpetuo e redimibile di doppie quattro sopra due pezze terra site la prima sulle fini di St’Albano, la seconda su quelle di Trinità,  fatta dalla com.tà di St’Albano, a favore di Pietro Prono, mediante la somma di doppie 50 di Spagna [29 maggio 1632]; Relazione del V.e Intendente di Mondovì sulle condizioni della strada di Sant’Albano [13 ottobre 1753]; Strascichi d’una vertenza tra Gius. Tardivo e la com.tà di St’Albano circa le spese per la costruzione d’un ponte sulla strada di Cuneo [1818]; Lagnanze del sindaco di St’Albano contro l’ufficio d’Intendenza di Mondovì [1827]; Vertenze tra il sindaco e i consiglieri di St’Albano per alcuni paracarri di un bedale [1827]; Lettera della R.a Segreteria di Finanze relativa ai dazi comunali di St’Albano e di Margherita [12 gennaio 1828]; Domanda del comune di St’Albano per essere autorizzato ad allocare nel causato del 1828 la somma di L. 950 per opere stradali; Richiesta della com.tà di St’Albano per prelievo di fondo [1836]; Comino 2003; Michelotti 1921; Morra 1987].

Già appartenente al comitato di Bredulo «tra Tanaro e Stura», Sant’Albano passa sotto la signoria spirituale e temporale dei vescovi di Asti per il periodo compreso tra il 901 e il 1236. I vescovi di Asti sono confermati nel feudo di Sant’Albano insieme con Carrù e Bene nel 1041, nonché dalle Bolle di papa Eugenio III e di papa Anastasio IV del 1153-54. La penetrazione limitata dei poteri del governo centrale risale ai conflitti tra la coalizione di comuni accennata sopra, comprendente Alessandria, Mondovì, Cuneo, Busca e Savigliano, e i vescovi di Asti, conflitti che sfociarono in azioni armate negli anni 1236-50. Il ruolo degli allora conti di Savoia nella ricomposizione di questi conflitti,  sotto forma di una tregua, mediata da Tommaso II, che di fatto riconfermava e sanciva gli ampi poteri degli stessi vescovi sul territorio di Sant’Albano, segnò forse l’origine di una posizione scarsamente assertiva da parte dei futuri duchi e re di casa Savoia nelle vicende del luogo. Né le successive, brevi occupazioni da parte dei marchesi di Monferrato nel 1251 e nel 1396 né quelle dei Savoia del 1387 e del 1399 modificarono una reticenza di fondo da parte di poteri esterni a intervenire in modo continuativo e diretto sull’organizzazione giurisdizionale  e amministrativa di Sant’Albano. Quando infine, nel 1402, una tregua nelle guerre tra i Savoia e i marchesi di Monferrato pose le premesse per il passaggio di Sant’Albano sotto il potere dei primi, la clausola di divieto ai Savoia di nominare ufficiali preposti all’amministrazione locale costituì un precedente significativo per i modi di incorporazione definitiva della comunità entro l’embrionale Stato sabaudo, avvenuta formalmente nel 1409. A partire dal 1412, infatti, Sant’Albano fu infeudata, a sua volta con amplissimi poteri, a una famiglia di cavalieri di Savigliano, i Beggiamo, fedelissimi del principe Amedeo d’Acaia, che acquistarono in tal modo il titolo di conti (AST, Corte, Paesi, Provincia di Asti, m. 24: Convenzione, e patti tra il Re Carlo di Sicilia, et il Vescovo d’Asti sovra le differenze tra essi vertenti à riguardo de’ Luoghi di Cuneo, Mondovì, e Terre adjacenti, per quale è stato convenuto dover spettare al
d.o Vescovo li Castelli di Vico, S. Albano, Bene, Piozzo, Torre, Montaldo, Frabosa, Roburent, e Roccaforte, giurid.ne, beni e ragioni feudali da’ med.i dipendenti con diversi altri patti per l’esercizio della giurid.ne temporale di d.i Luoghi. [29 maggio 1270]; AST, Corte, Provincia di Fossano, m. 3: Transazione seguita tra Monsignore Aymerico Vescovo del Mondovì, ed il Suo Capitolo da una parte, ed Antonio, Conrado, Oberto, e Filippo fratelli Begiami, sovra le differenze fra essi insorte per riguardo al Castello, Giurisdizione, Beni, e Redditi di St’Albano, per forma della quale detto Vescovo ha ceduto alli Sud.ti Begiami ogni ragione compettentegli sovra detto Castello, Giurisd.ne Beni, e redditi, con ciò, che detto Vescovo, e Canonici  siano  esenti  dal  pagamento  del  Dazio,  Gabelle, Pedaggio, e Pontonaggio, e che spettino a questi le Decime di detto Luogo, e Territorio, coll’obbligo alli detti Signori di St’Albano, e suoi Successori di pagargli un’annuo Canone di Ducati 30 d’oro. delli 19 Giugno 1442 [1442]; AST, Corte, Monferrato, Ducato del Monferrato, m. 11: Contratto di Permuta Seguito ne’ Campi trà St. Raffaele, e Gassino tra il Conte Amedo di Savoja, ed il Marchese Teodoro di Monferrato per Stabilimento della Pace […] a riguardo della Città di Vercelli per cui detto Marchese ha ceduto a titolo di permuta al detto Conte li Castelli, e Luoghi di Vico, Rocca de Baldi, St’Albano, Piozzo, La Bastia di Carassone, e la Trinità con tutte le loro dipend.ze da rimettersegli dalli Deputandi da detto Marchese […] Ed in contracambio Detto Conte cede al Detto Marchese li Castelli, e Luoghi d’Asigliano, Larizate nella Diocesi di Vercelli, con tutte le Loro Dipendenze con più Li Omaggj, Feudi, e Ragioni Spettantigli ne’ Castelli, Terre, e Luoghi di Clavesana, e Mazzè, assieme ad ogni ragione Compettentegli Sovra li Luoghi di Cavaglià, Saluzzola, e Mongrando, Vercelli, e suo Distretto, come anche sij tenuto di pagare la metà della dote della Sudetta Principessa trattenutasi nella Sudetta Transaz.ne delli 24. Marzo [1407]; m. 12, Trattato Stipulato nel Luogo di Castelnuovo d’Asti tra gli Ambasciatori del Conte Amedeo di Savoja, e Teodoro Marchese di Monferrato per L’esecuzione del Contratto di Matrimonio già stipulato Sotto    li
24. Marzo 1409 tra la Principessa Gioanna Sorella del detto Conte Amedeo, e Gioanni Giacomo di Monferrato Figlio primo genito del detto Marchese per L’effettuazione della permuta tra Essi Seguita sotto li p.mo Febbraro detto Anno 1409, per cui detto Marchese haveva ceduto al detto Conte li Luoghi di Vico, Rocca de Baldi, St’Albano, Piozzo, La Bastia di Carazzone, e la Trinità e per Contro detto Conte al detto Marchese Li Luoghi di Larizate, Azigliano, e Monforte, assieme alle Fedeltà, ed Omaggi di Massè, e Clavesana; AST, Corte, Saluzzo, Marchesato di Saluzzo, Categoria quarta, m. 5, Minuta di tregua tra il Principe d’Achaja, ed il Marchese di Saluzzo, continente dieci nove capi, fra quali fù stabilito, che si debbino evacuare fra giorni quindeci li luoghi reciprocam.te occupatisi, che sii fra un Stato, e l’altro libero il Commerzio con farne assicurare le strade, che li rispettivi sudditi debbano godere liberamente li loro beni, che non possino pendente detta Tregua construer alcuna nuova Fortezza, che per la detta tregua non si intendi pregiudicato ad alcuna delle Convenz.ni e Tregue, che li med.i possino avere colli Duchi di Milano, ed Orleans, col Conte di Savoja, e Republica di Genova, che quelli della Rocha de’ Baldi, di Vico, Bastita di Carrassone, St’Albano, e della Trinità, posseduti dal detto Marchese di Saluzzo, possino condurre per il Stato di detto Principe il Vino, ed altre cose, che li med.i compreranno fuori  di Stato [1396]; Il Libro Verde della Chiesa d’Asti; Guglielmotti 1995; Morozzo della Rocca 1898; Paserio 1865-67).

Per molti aspetti la signoria spirituale e temporale esercitata nel tardo medioevo dai vescovi di Asti lasciò conseguenze straordinariamente durature sulle vicende storiche plurisecolari di Sant’Albano. Le conseguenze si possono riassumere in due caratteristiche di fondo: innanzitutto, un limitato esercizio del potere da parte del governo centrale dello Stato sabaudo di fronte ai detentori locali di potere; in secondo luogo, una enorme concentrazione di poteri locali in mano a una cerchia minuscola di signori laici ed ecclesiastici dotati di fortissimi interessi economici in loco. Furono feudatari di Sant’Albano furono: Amentoni (1240); Drus (1283); Malabaila (1322-1277); Beggiamo (1412-1789); Fauzone (1741-1789); Barel (1789-1851) (ASAt, Archivio Beggiami di Sant’Albano; AST, Corte, Paesi, Paesi per A e B, M, m. 20: Erezione in contado con titolo comitale a favore del Senatore Annibale Fauzone della parte spettante del feudo di S. Albano [1634]; AST, Corte, Paesi, Paesi per A e B, S, m. 17: Debito dovuto da Antonello Piola di Mondovì ad Oberto Beggiami di S. Albano  di 15 fiorini di Savoia (del valore di 12 grossi per singolo fiorino) e 35 staia di segale [15 gennaio 1475]; Bandi campestri per il luogo e finaggio di St’Albano. Con successive aggiunte (1741, 1789) [5 gennaio 1724]; Ricorso del conte Barel di St’Albano per ottenere un’amichevole liquidazione del residuo prezzo dovuto alle finanze per l’acquisto fatto dal fu di lui padre del feudo di St’Albano [1817]; AST, Corte, Paesi, Provincia di Fossano, m. 3: Rattificanza di Filippo, et Oberto Beggiami Consignori di S. Albano dell’Investitura a loro nome rapportata da Conrado loro fratello dal Duca Filiberto di Savoia sotto li 6 luglio d.to Anno delli 16 7bre [1472]; Memoria delle Regie Finanze sulla riunione al Regio Patrimonio di due Punti di Giurisdizione del Feudo, Redditi, e Beni di St’Albano delli 5 Maggio 1739. Rappresentanza del Proc.re Gen.le a S.M. sul d.o fatto delli 10 Maggio d.o Anno; AST, Corte, Saluzzo, Provincia di Saluzzo, m. 11: Donazione fatta dal Duca Carlo Emanuele Primo, a favore di Orazio Beggiamo de’ Signori di St’Albano, di Stara 150 di Segla dovuti annualmente dalle Communità di St. Damiano, Pagliero, Frassino, e Mascheres, terre del Marchesato di Saluzzo, in pagamento della Somma di Scuti d’oro 2000 da detto Orazio Beggiamo spesi per servizio secreto di detto Duca delli 10 Maggio 1592 con l’Interinazione della Camera de’ Conti [1592]; Cancian 1979; Cassetti 1996, p. 85; Comino 2003; Guasco
1911).

Quasi senza variazioni di lungo periodo l’appartenenza alla provincia di Fossano fino alla caduta dell’antico regime in Piemonte (1798) (Editto 1749). Entro la maglia amministrativa francese, Sant’Albano seguì le sorti dell’intero territorio della vecchia provincia di appartenenza, aggregato però a una circoscrizione assai più ampia e di estensione variabile avente per capoluogo Cuneo. Si trattò del dipartimento della Stura, creato durante il primo effimero periodo di occupazione (1799) e confermato dopo il ritorno dei Francesi; in seguito alla riorganizzazione amministrativa del 1805, fu compreso nel circondario (arrondissement) di Savigliano. Dopo la parentesi napoleonica, Sant’Albano rientrò, nel 1814, a far parte della ricostituita provincia di Fossano, che, dopo ulteriori rimaneggiamenti amministrativi, fu ridotta a circondario della provincia di Cuneo (Sacco 1956; Sturani 1995; Sturani 2001).

La formazione del territorio comunale deriva dalla divisione tra Sant’Albano e Trinità a partire dai decenni finali del secolo XVI (la documentazione è nell’Archivio Storico del Comune di Sant’Albano: AC Sant’Albano, Cat. III  [anni  1594 sgg.]).

Erose soprattutto nel corso del secolo XVII e attualmente assenti (AC Sant’Albano, Cat. III; Cat. XX; CLUC).

Croce, Priera, Quarello, San Massimo, Santo Stefano. Una serie di indizi suggerisce l’esistenza di forme di insediamento meno polarizzate rispetto all’assetto attuale, e forse decisamente alternative, in epoca medioevale e romana. Un primo indizio è offerto dai numerosi “luoghi scomparsi”, distribuiti con una certa uniformità su tutto il territorio di Sant’Albano e segnalati a partire dall’età moderna come ricchi di ruderi, rovine e reperti archeologici. Nella prima metà del Seicento, per esempio, la Relatione dello stato presente del Piemonte di Francesco Agostino Della Chiesa, mentre segnala la contrapposizione tra il concentrico, o «villa», e la campagna circostante, descrive la presenza sul territorio di Sant’Albano di «borghi» dotati di «molte case [...] rovinate» (1635). Successivamente, in particolare tra la seconda metà del secolo XIX e l’inizio del XX, una serie di reperti archeologici provenienti da svariate località del territorio hanno rafforzato gli indizi atti a suggerire un policentrismo degli insediamenti in epoca medievale e, forse, ancor più in epoca romana. Il 2 per cento di popolazione attualmente registrato dall’ISTAT come residente in «nuclei» e la composizione del concentrico come somma di quattro «centri» sono forse le vestigia di una riorganizzazione territoriale policentrica.

Non sono attestate compilazioni statutarie. Lo sforzo plurisecolare, mai compiutamente realizzato, di dare corpo a un insieme di norme comunitarie per l’uso e la gestione delle risorse fondiarie sotto forma di bozze di statuti e di bandi campestri interessa largamente il contenuto degli Ordinati (AC Sant’Albano, Cat. II).

Di particolare importanza ai fini della definizione del territorio comunale fu il lungo contenzioso sui confini tra Sant’Albano e Trinità (AC Sant’Albano, Categoria III [1594- sec. XIX]; AST, Corte, Paesi, Fossano, m. 3: Sentenza arbitramentale sulle differenze insorte tra i Consignori di Sant’Albano, seco-giunta la Comunità d’esso luogo da una parte, e la Comunità, ed uomini di Bene dall’altra riguardo alla divisione, ed uso delle acque delle fontane, e cavi comuni tra esse parti, da condursi per l’alveo da formarsi a comuni spese sino alla tagliata antica di quelli di Montanera; come pure circa la costruzione d’una nuova bealera, per condurvi l’acqua dal fiume Stura al suddetto alveo in servizio d’esse parti: per forma di quale sentenza sono state stabilite a caduna delle predette parti le porzioni di tali acque nel modo, e sotto l’osservanza delle condizioni ivi espresse [27 marzo 1471]).

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